DAL DIARIO DI CRI

Tra i miei buoni propositi, quasi sempre non mantenuti, c’era quello di scrivere di questa esperienza ogni giorno. Poi ogni giorno ho rimandato. Non perché non avessi qualcosa da raccontare, intorno a me accadevamo cose incredibili ed io ero parte di un’avventura inimmaginabile. Solo che non riuscivo ad assaporarla.

Mi ci è voluto un po’. Un po’ di tempo per abituarmi alle onde, un po’ di tempo per abituami alle poche ore di sonno, al poco spazio, alla paura, all’oceano.

Siamo partiti il 21 di Novembre da Gran Canaria per quella che è l’avventura più grande della nostra vita, la traversata dell’Oceano Atlantico fino a Santa Lucia nei Caraibi.
Oggi è il diciassettesimo giorno in mezzo al mare e sotto questo cielo più consapevole riesco a raccontarvi la mia AVVENTURA.

Sono partita senza troppo pensare a quello che mi aspettava, forse perché, conoscendomi, sapevo che non sarebbe stato sempre facile per me.
Vado in barca da quattro anni e da quattro anni soffro di mal di mare. Non è una costante ma so che può succedere e di fatti è successo.

Abbiamo passato i primi quattro giorni in una bolla d’aria, mare piatto, sole.. ne abbiamo approfittato per un tuffo nell’oceano ed un po’ di pesca, i turni di notte scorrevano tranquilli sotto mille stelle e la barca era silenziosa e cauta. Sapevamo che nell’attesa del vento i giorni passavano e la meta si allontanava.

All’alba del quinto giorno ecco il vento e con lui tanto di onde di 5 metri e più. L’inizio della mia agonia, di giorni sdraiata in dinette o in pozzetto, senza riuscire a mangiare e bere, completamente senza forze. Nel frattempo il mare intorno a noi sempre più imponente a riempirmi di terrore le notti, la barca ed il suo frastuono a riempire ogni silenzio.

Fino alla mattina del Mayday.
Mercoledì 01 Dicembre ore 8.00 UTC, mi sveglio finalmente affamata, preparo il Thé e porto in pozzetto il pacco di biscotti.
“Mayday Mayday”
L’allerta tra di noi era già alta dopo la notizia di un membro di un equipaggio in competizione con noi deceduto per un incidente, il resto del team soccorso e la barca lasciata alla deriva.
“Mayday Mayday”
Il canale 16 riecheggia in tutta la barca. Siamo tra i più vicini all’imbarcazione in difficoltà così viriamo e ci avviciniamo alle coordinate per dare soccorso.

Io la scena dell’equipaggio sulla zattera che taglia la cima lasciando la barca alla deriva non la dimenticherò mai. Mi attanaglia una tristezza profonda e mi auguro che per i lunghi giorni di viaggio che ancora ci attendono non ci capiti nulla di così terribile.

L’equipaggio di Jk è la sorpresa più bella di questa esperienza, un gruppo di ragazzi napoletani, persone gentili e divertenti, le giornate con loro passano tra mille risate e lo spirito di squadra è forte m. Le notti trascorrono più faticosamente e la barca è diventata un grande accampamento, tutti in dinette a dormire tra le vele per terra ed i divani, questi sono diventati i miei momenti preferiti. Ascoltare i loro scambi di battute tra un cambio turno e l’altro, vedere quanto sono pronti all’azione, fare due chiacchiere tra uno squall e l’altro hanno reso le mie nottate meno inquiete, piene di sonno ma più serene.

La Luna porta con se paure e timori, il frastuono della barca sembra farsi più forte, il mare più violento e gli squalls arrivano imperterriti. Ci siamo trovati ad affrontare diversi problemi con le vele, l’acqua a bordo e provo continuamente quella sensazione di impotenza, puntualmente sollevata dai ragazzi che prontamente trovano rimedio. Che avventura. Che emozioni.

Mancano poco più di 500 miglia all’arrivo e di questa esperienza che ho odiato ed amato sento già la mancanza man mano che Santa Lucia si avvicina. Questo piccolo mondo in mezzo all’oceano immenso, senza internet ne telefoni ha portato alla luce emozioni indescrivibili.

Ieri in mezzo al mare ho avvistato una balena. Ad una quindicina di metri dalla barca, era girata di lato sono riuscita ad intravedere la pancia, peccato sia scesa subito in profondità.
L’oceano ripaga di ogni fatica, ogni lacrima. La traversata dell’Oceano Atlantico è l’avventura della mia vita, sono curiosa di scoprire cosa mi aspetterà alla metà, intanto mi godo questo folle viaggio.

Cri
Dall’oceano

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