Quattordicesima notte atlantica.
Il mio turno al timone con Manuel inizia alle ore 00:00 UTC .
Manuel è un trentaduenne marinaio Triestino pieno di sè , carattere a suo “stesso dire” non piacevole e se ne vanta con una risata attira schiaffi.
Dice di se: “non posso piacere a tutti” il problema è che su JK non piace proprio a nessuno, credo nemmeno a se stesso.
Mi ricorda il mio inizio di carriera come “broker assicurativo” mi credevo già a trentanni depositario di tutto il sapere sopra tutto e tutti.
Il tempo gli presenterà presto il conto e per questo riesco a non detestarlo.
Alla quattordicesima notte in mare il cambio turno è oramai diventata routine.
Si passano le consegne: presente, passato, futuro.
Si sale con la tazza di caffè si scende con la speranza di trovare un giaciglio, un angolino su cui sdraiarsi.
Tranne il Triestino e compagna, ai quali abbiamo riservato una cabina, il resto dell’equipaggio compresi io e Cristiana condividiamo gli altri spazi.
Mi piace vivere con i ragazzi senza privilegi.
Non è modestia o qualche altra virtù voglio semplicemente prendermi gioco del tempo e “sentirmi giovane fra i giovani”.
Al cambio turno Lollo ci lascia in coperta comunicandoci no squalls.
Al passaggio di consegne il passato, presente e futuro è riferito agli squalls tipico fenomeno metereologico oceanico.
Si tratta di “bombe” d’acqua e vento che vagano per l’Atlantico.
Oramai ci siamo abitanti.
Li vediamo arrivare diamo una mano di terzaroli e in serenità aspettiamo che passino.
20 nodi di vento che salgono rapidamente a 25 poi 30 e oltre.
Il massimo vento registrato 36 nodi.
Nemmeno tanto, per ora, temevamo molto di più e siamo pronti a gestirne molti di più.
A tutto sono pronto ma questa sera l’oceano mi ha fatto salire il cuore in gola.
Non il mare con le sue onde, non il vento con al seguito i suoi squalls, è il cielo il protagonista della mia notte Atlantica.
Ore 00:39 UTC vento 20 nodi mura a destra rotta su Santa Lucia.
Ad un tratto la randa total black di JK appesa come un quadro ad cielo senza luna si illumina.
“Ostia” sussulta Manuel !! alla nostra sinistra un fascio luminoso composto da 5 punti bianchi si dirige verso di noi.
Ci chiediamo: Un aereo? No dai è un razzo di richiesta soccorso.
Niente di tutto questo.
Rapidamente, nel giro di qualche secondo, la luce inizia a svanire.
Dei 5 punti ne rimangono solo due che vediamo poi nitidamente frantumarsi in un pulviscolo di stelle.
Un meteorite!!!
Al cambio turno racconto l’accaduto a Simone di Cilento a Vela 23 anni all’anagrafe ma almeno 10 di più come abilità veliche.
Gli confesso di avere avuto il cuore in gola temendo che il meteorite potesse generare un’onda anomala.
Manuel, che assiste al racconto, interviene: ma che paura sono rimasto affascinato ed ha trovato l’esperienza sublime e romantica.
Come il lupo non perde il vizio il Triestino non perde l’ego.
Tratto dal diario di bordo di Luca Davoli comandante di Jk sail